LA SITUAZIONE IN SUDAN
Dopo soli due anni dall’ultimo colpo di Stato, da sabato scorso, 15 aprile, nella capitale del Sudan torna di nuovo a scorrere sangue a causa degli scontri tra le forze armate. A seminare il panico sono le RSF, acronimo di Rapid Support Forces, che combattono contro l’esercito regolare, nel tentativo di conquistare sia il Palazzo Presidenziale che la sede delle comunicazioni. Attualmente, gli scontri hanno causato oltre 180 vittime civili. Mentre la possibilità che il potere passi ad un governo civile si allontana sempre di più, vi è il concreto rischio che il Paese sprofondi in una nuova guerra civile.
Ma, chi sono le RSF? E da dove nasce questo conflitto?
Per quanto concerne la prima domanda, le RSF sono nate nel 2013, integrando tra le fila gli ex appartenenti alla sanguinaria milizia Janjaweed che, del 2003 aveva combattuto contro le minoranze non arabe del Darfur occidentale. A causa delle atrocità commesse, l’allora presidente Omar al-Bashir fu accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio. Ancora, nel 2015, le RSF, assieme alle forze armate sudanesi, sono state schierata al fianco della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nella guerra civile in Yemen. Ad oggi, secondo il Washington Post, le RSF sono composte da circa 100mila uomini, anche se sono in netto svantaggio rispetto alle truppe regolari sudanesi, le quali includono una, seppur esigua, forza aerea che hanno sfruttato domenica 16 aprile per colpire le postazioni delle RSF.
Per rispondere alla domanda sulle origini del conflitto, bisogna fare un passo indietro a circa due anni fa, precisamente al 25 ottobre 2021, quando Abdel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo hanno orchestrato un golpe militare che ha bloccato la transizione verso un governo civile che era stata avviata dopo la cacciata dell’allora presidente Omar al-Bashir nel 2019. Burhan, militare di carriera, divenuto generale dell’esercito sudanese sotto il regime trentennale di Bashir, è, de facto, diventato il nuovo presidente del Sudan, mentre Dagalo, capo delle milizie Rizeigat (pastori nomadi del Darfur) ed attuale comandante delle RSF, è diventato vicepresidente.
Tuttavia il loro è stato sempre e solo “un matrimonio di convenienza”, finalizzato a mantenere lo status quo ed impedire la creazione di un sistema politico democratico nel Sudan, come auspicato dai cittadini e promesso dallo stesso al-Burhan. Le divergenze tra i due si sono recentemente acuite soprattutto per quanto concerne il tema spinoso di inquadrare i paramilitari delle RSF all’interno delle forze armate regolari, opzione respinta da al-Burhan e i suoi sostenitori. Questa questione non ha fatto che acuire l’attrito già esistente tra i due uomini di governo, che è degenerato nello scontro armato iniziato sabato scorso.
V’è da aggiungere un fatto non di secondaria importanza: i miliziani delle RSF sono intrattengono degli stretti rapporti nel settore minerario con i mercenari russi del Gruppo Wagner. Tali rapporti, infatti, fanno parte della più ampia strategia russa di penetrazione nel Sudan, sia per poter mettere le mani sulle risorse aurifere e petrolifere del Paese, sia per la costruzione di una base navale nella città di Port Sudan, che affaccia direttamente sul Mar Rosso.
Tale conflitto rischia di avere effetti devastanti sulla popolazione sudanese, già provata da decenni di dittatura e tra le più povere del mondo e rischia anche di coinvolgere i Paesi limitrofi. Per questo motivo, si è mossa anche la comunità internazionale, con l’ONU, gli Stati Uniti, l’UE, la Lega Araba e l’Unione Africana che chiedono un immediato cessate il fuoco.
Giacomo Pezzuto
FONTI:
1) Fraschini Koffi M., Escalation. Sudan, scontri armati fra esercito e paramilitari, in Avvenire, 15/04/2023;
2) Sudan: guerra tra signori della guerra. La rivalità tra il presidente e il suo vice all’origine degli scontri che rischiano di sfociare in una guerra civile, in ispionline.it, 17/04/2023;
3) Rosenzweig-Ziff D., Who are the Rapid Support Forces clashing with Sudan’s military?, in washingtonpost.com, 15/04/2023;
4) Trevisan C., Golpe in Sudan: chi sono e cosa vogliono le RSF, in insideover.com, 18/04/2023;
5) Pogliani A., Sudan: costa sta succedendo e le possibili implicazioni economiche, in wallstreetitalia.com, 17/04/2023.
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