Chi può più dire “Dio è lontano dalla mia vita”?
L’Ascensione di Gesù Cristo segna il compimento della nostra salvezza, la quale è incominciata con l’incarnazione del Verbo. Colui che ascende al cielo non si è, ad un certo istante, separato dalla natura umana, egli è ancora e continuerà ad essere il “Crocifisso-Risorto”, che precedendoci nel cielo ci da «la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria» (Dal prefazio dell’Ascensione).
Chi può più dire “Dio è lontano dalla mia vita”?
San Leone Magno commenta tale mistero dicendo che l’Ascensione, dichiara non solo l’immortalità dell’anima, ma anche quella della carne redenta! Non c’è corpo per quanto piagato e sofferente che non sia raggiunto dai germi della risurrezione, non c’è corpo che non riceva la carezza del Risorto! Questo evento dunque, ci colma di speranza: Dio non si allontana da noi, bensì si rende presente nella nostra vita col dono dello Spirito Santo, il quale è Dio, e ci rende testimoni autentici e gioiosi della Pasqua sino ai confini del mondo. Ogni uomo in Cristo può dire oggi: “ho un posto in cielo che mi attende, esso è stato preparato dal Cristo per me” e di conseguenza andare dai fratelli e contagiarli di gioia dicendo “anche tu hai un posto nei cieli che ti attende, un posto che Gesù Cristo ha preparato proprio per te!”. Lo splendore della luce di questo mistero, ci spinga ad invocare lo Spirito Santo perché possiamo comprenderlo sempre meglio, attuarlo nella nostra vita e donarlo ai fratelli esultando nel Dio che ha cura della nostra vita!
Chi può più dire “Dio è lontano dalla mia vita”?
L’Ascensione di Gesù Cristo segna il compimento della nostra salvezza, la quale è incominciata con l’incarnazione del Verbo. Colui che ascende al cielo non si è, ad un certo istante, separato dalla natura umana, egli è ancora e continuerà ad essere il “Crocifisso-Risorto”, che precedendoci nel cielo ci da «la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria» (Dal prefazio dell’Ascensione).
Chi può più dire “Dio è lontano dalla mia vita”?
San Leone Magno commenta tale mistero dicendo che l’Ascensione, dichiara non solo l’immortalità dell’anima, ma anche quella della carne redenta! Non c’è corpo per quanto piagato e sofferente che non sia raggiunto dai germi della risurrezione, non c’è corpo che non riceva la carezza del Risorto! Questo evento dunque, ci colma di speranza: Dio non si allontana da noi, bensì si rende presente nella nostra vita col dono dello Spirito Santo, il quale è Dio, e ci rende testimoni autentici e gioiosi della Pasqua sino ai confini del mondo. Ogni uomo in Cristo può dire oggi: “ho un posto in cielo che mi attende, esso è stato preparato dal Cristo per me” e di conseguenza andare dai fratelli e contagiarli di gioia dicendo “anche tu hai un posto nei cieli che ti attende, un posto che Gesù Cristo ha preparato proprio per te!”. Lo splendore della luce di questo mistero, ci spinga ad invocare lo Spirito Santo perché possiamo comprenderlo sempre meglio, attuarlo nella nostra vita e donarlo ai fratelli esultando nel Dio che ha cura della nostra vita!
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