Non credo che al mondo ci siano luogo e tempo formativamente migliori del seminario nello scoprire la propria umanità. Sì: la propria umanità! Affermazione azzardata, non ponderata, illusoria? Certo, bisognerebbe scientificamente osservare, provare, analizzare tutte le esperienze offerte ad un giovane in una qualunque formazione prima di giungere ad una conclusione certa ed inequivocabile. Ovvero: una strada praticamente impercorribile e ovviamente impossibile, oltre che intrisa di velenoso e indecisionista relativismo. Io invece non voglio relazionare asetticamente una idea, un progetto, né tantomeno una ideologia, ma testimoniare onestamente e limpidamente una esperienza, la mia esperienza. Una vita che sto vivendo, la mia vita, perché degna di essere vissuta in pienezza. Non miro dunque a convincere nessuno né con prolusioni né con ammaestramenti né con moralismi. Il mio desiderio più alto è condividere ciò che sono, riflesso del ciò che è: con semplicità, intelligenza, genuinità. Spero perciò che le mie parole, le mie azioni, i miei pensieri non tradiscano la sublime Sapienza che ha voluto incarnarsi nella nostra umanità!
Tutto può nascere dall’incontro con un Dio che si è fatto uomo: con una presenza storica lontana di circa duemila anni, con un Vivente presente anche in questo attimo, perché già prima. È sempre Lui: Gesù di Nazareth. È Lui il maestro che non aspetta di essere scelto da giovani in ricerca di maturazione: Lui stesso è il Maestro che guarda, sceglie, chiama, elegge… E così ci si può ritrovare ad essere suoi seguaci: per Grazia e per Misericordia!
Proprio cercando il Volto della Verità ho trovato lungo il mio sentiero la Verità di un Volto, che è Amore senza fine e senza confini. E scoprendo, tratto dopo tratto, il Verbo che entra nelle corde vocali del nostro cuore affinché si esca ad annunciarLo, si rimane sempre più stupiti di come non sia solo l’Altissimo ad aver sposato la nostra natura ma ancor più sia l’uomo ad essere invitato ardentemente a partecipare alla stessa vita divina del Figlio di Dio, nostro fratello, Uomo come noi…
E non è solo teologia; neppure filosofia teologizzata; spero neppure tutta finzione. Poiché è realtà, e non solo la mia realtà: è storia di salvezza. È salvezza della Storia, universale… ed anche mia. È storia di comunità in cammino. E di comunione di vita.
E la mia storia è ora qui, in questo Seminario Regionale Pugliese… come quella di altre decina e decina di giovani… Cosa avviene in questa dimensione formativa (ed auto-formativa)? Certamente il discernimento per i semi che Dio ha posto dentro ciascuno: tutto infatti non può nascere che da Colui che chiama e manda. Eppure non solo. O meglio: non è tutto. Perché in una vera primavera germogliante di santità e missione sono implicate anche le attese di altri semi: i semi del nostro essere umani! Non è un «di più» ma è un «di dentro» della formazione presbiterale – io direi prima ancora cristiana – agevolare il germoglio e la fioritura della nostra umanità nella luce della splendente e unica verità di se stessi. Quanta gioia e pace si può avere dalla semina dell’Umano che solo la Chiesa sa donare. Ella, Sposa del nuovo Adamo, che «proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione» (Gaudium et Spes, 22).
E così il discepolo di Cristo, in questo terzo millennio, è chiamato più che mai a scoprirsi innanzitutto uomo nella sua vocazione alla vita, alla vita umana in ogni sua dimensione… prima ancora che alla fede e magari anche al sacerdozio ministeriale…
Per scoprire e annunciare il vero Volto di Gesù Cristo. Vero Dio. Vero Uomo.
Ed è una semplice parola di un seminarista…
Domingo Ariano