Ritrovarsi in seminario dopo tanti mesi, e che mesi!, ha il sapore buono della gioia, dell’incontro rinnovato, della liberazione dal pensiero che da soli è meglio, e che da soli ci si può tenere dentro tutte le proprie debolezze e le proprie fragilità. Fare i conti con la paura, e il rischio della malattia, ci ha insegnato che accettare i nostri limiti è invece segno di saggezza, e che la strada è meglio percorrerla insieme.
Dal 10 giugno al 6 settembre, con l’interruzione di 20 giorni ad agosto, stiamo tornando in comunità in piccoli gruppi – per rispettare più facilmente le norme sulla sicurezza e sulla tutela della salute che ancora ci custodiscono da pericoli non ancora completamente passati –, per una ripresa estiva del cammino formativo.
È un tempo benedetto, nel quale ritrovare la bellezza del volto dell’altro, tornare a pregare non più solo gli uni per gli altri ma anche gli uni con gli altri, un tempo in cui aiutarci reciprocamente a riflettere su ciò che è successo, e su come possiamo far diventare questi mesi un’opportunità formativa. Spesso gli imprevisti nascondono nella loro trama un segreto prezioso, che si svela solo a chi sa ascoltarli, leggerli, curvandosi su di essi riflessivamente. È così anche per questa improvvisa interruzione della vita comune a Molfetta, vissuta dal 5 marzo scorso? È possibile che ci sia un dono intessuto paradossalmente nella profondità di questa crisi planetaria, che ha portato tanta sofferenza e morte? Una parola rivoltaci dal Signore che può giungere al nostro cuore?
Noi crediamo che Dio sappia aprire strade anche nelle situazioni più difficili e dolorose, e per questo ci stiamo riunendo anche nei giorni caldi dell’estate: per dare una mano al Signore nel suo proposito di raggiungerci. Lo facciamo riflettendo, raccontandoci e pregando, ma anche giocando e passeggiando, leggendo e facendo silenzio in alcune giornate di ritiro. Ognuno con un compito personale, ma vissuto con gli altri e grazie agli altri: lasciarci raggiungere dalla strada che il Signore sta aprendo anche in questi mesi difficili.
don Gianni Caliandro
rettore
Commento Solennità dell’ Ascensione
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