In questa IV domenica d’avvento, ultima, prima del Natale, la Parola di Dio (tratta dal libro del Profeta Michèa, dalla Lettera agli Ebrei e dal Vangelo secondo Luca) ci fa soffermare nella riflessione, su Maria, la giovane ragazza di Nazareth che per prima ha saputo offrire un sì libero e gioioso alla buona notizia e che ci prepara a testimoniare la nascita di Cristo mostrandoci come Gesù sia stato riconosciuto il Messia tanto atteso da Israele ancor prima della sua nascita. Il Vangelo sposta la nostra attenzione dal ministero di Giovanni Battista, che abbiamo incontrato e meditato nelle scorse domeniche, agli eventi che hanno preceduto la nascita del precursore. La storia del Battista e dei suoi genitori, Elisabetta e Zaccaria, è riportata solo nel Vangelo secondo Luca ed è sempre lo stesso evangelista ad associare la nascita di Giovanni Battista a quella di Gesù, stabilendo la prima connessione tra i due.
Il brano del Vangelo riporta le azioni di Maria dopo l’annuncio della futura nascita di Gesù da parte dell’angelo Gabriele. Ella subito si mette in cammino per un viaggio lungo e non proprio confortevole andando a trovare Elisabetta, sua parente, anche lei incinta. Elisabetta saluta Maria riconoscendo pienamente il ruolo che, insieme ai loro bambini non ancora nati, svolgeranno nel piano di salvezza di Dio. Se continuassimo a leggere i versetti che seguono nel Vangelo lucano, sentiremmo Maria rispondere al saluto di Elisabetta con il suo canto di lode, il Magnificat. Entrambe le donne ricordano e fanno eco alla storia di Dio profondamente intrecciata e legata a quella del popolo d’Israele.
Nel Vangelo di Luca, lo Spirito Santo aiuta a rivelare l’identità di Gesù come Dio a coloro che credono. Elisabetta è piena di Spirito Santo e canta le lodi di Maria che porta nel suo grembo il Signore. La tradizione della Chiesa ha fatto sì che anche noi cantassimo queste parole di lode a Maria nella preghiera dell’Ave Maria. Leggiamo che anche Giovanni Battista riconosce la presenza del Signore e sussulta di gioia durante l’incontro.
È molto importante per tutti noi, in questo tempo di Avvento, considerare il ruolo di Maria nel piano salvifico di Dio. Elisabetta descrive sua cugina come la prima discepola, come colei che ha creduto che la parola di Dio in lei si sarebbe adempiuta. Riconosce in Maria quello che il profeta Michèa aveva profetizzato: “… fino a quando partorirà colei che deve partorire” (Mi 5,2). La fede che Maria ha avuto, le ha permesso di riconoscere l'opera di Dio nella storia del suo popolo e nella sua stessa vita. La sua apertura a Dio ha permesso al Creatore di operare attraverso di lei affinchè la salvezza potesse giungere a tutti. Per questo Maria è modello e simbolo della Chiesa. Possiamo anche noi essere come lei, aperti e cooperativi al progetto di salvezza di Dio. Questo è il pressante invito che ci viene proposto in questa domenica. Se accoglieremo questo invito, avremo la stessa gioia irrefrenabile di Maria e, come detto dal profeta nella prima lettura, “Egli stesso sarà la pace!” (Mi 5,4).
Walter Carulli
IV anno
In questa IV domenica d’avvento, ultima, prima del Natale, la Parola di Dio (tratta dal libro del Profeta Michèa, dalla Lettera agli Ebrei e dal Vangelo secondo Luca) ci fa soffermare nella riflessione, su Maria, la giovane ragazza di Nazareth che per prima ha saputo offrire un sì libero e gioioso alla buona notizia e che ci prepara a testimoniare la nascita di Cristo mostrandoci come Gesù sia stato riconosciuto il Messia tanto atteso da Israele ancor prima della sua nascita. Il Vangelo sposta la nostra attenzione dal ministero di Giovanni Battista, che abbiamo incontrato e meditato nelle scorse domeniche, agli eventi che hanno preceduto la nascita del precursore. La storia del Battista e dei suoi genitori, Elisabetta e Zaccaria, è riportata solo nel Vangelo secondo Luca ed è sempre lo stesso evangelista ad associare la nascita di Giovanni Battista a quella di Gesù, stabilendo la prima connessione tra i due.
Il brano del Vangelo riporta le azioni di Maria dopo l’annuncio della futura nascita di Gesù da parte dell’angelo Gabriele. Ella subito si mette in cammino per un viaggio lungo e non proprio confortevole andando a trovare Elisabetta, sua parente, anche lei incinta. Elisabetta saluta Maria riconoscendo pienamente il ruolo che, insieme ai loro bambini non ancora nati, svolgeranno nel piano di salvezza di Dio. Se continuassimo a leggere i versetti che seguono nel Vangelo lucano, sentiremmo Maria rispondere al saluto di Elisabetta con il suo canto di lode, il Magnificat. Entrambe le donne ricordano e fanno eco alla storia di Dio profondamente intrecciata e legata a quella del popolo d’Israele.
Nel Vangelo di Luca, lo Spirito Santo aiuta a rivelare l’identità di Gesù come Dio a coloro che credono. Elisabetta è piena di Spirito Santo e canta le lodi di Maria che porta nel suo grembo il Signore. La tradizione della Chiesa ha fatto sì che anche noi cantassimo queste parole di lode a Maria nella preghiera dell’Ave Maria. Leggiamo che anche Giovanni Battista riconosce la presenza del Signore e sussulta di gioia durante l’incontro.
È molto importante per tutti noi, in questo tempo di Avvento, considerare il ruolo di Maria nel piano salvifico di Dio. Elisabetta descrive sua cugina come la prima discepola, come colei che ha creduto che la parola di Dio in lei si sarebbe adempiuta. Riconosce in Maria quello che il profeta Michèa aveva profetizzato: “… fino a quando partorirà colei che deve partorire” (Mi 5,2). La fede che Maria ha avuto, le ha permesso di riconoscere l'opera di Dio nella storia del suo popolo e nella sua stessa vita. La sua apertura a Dio ha permesso al Creatore di operare attraverso di lei affinchè la salvezza potesse giungere a tutti. Per questo Maria è modello e simbolo della Chiesa. Possiamo anche noi essere come lei, aperti e cooperativi al progetto di salvezza di Dio. Questo è il pressante invito che ci viene proposto in questa domenica. Se accoglieremo questo invito, avremo la stessa gioia irrefrenabile di Maria e, come detto dal profeta nella prima lettura, “Egli stesso sarà la pace!” (Mi 5,4).
Walter Carulli
IV anno
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