L'estate scorsa ho avuto l'opportunità straordinaria di vivere un'esperienza che ha profondamente segnato la mia vita. Grazie al Seminario Maggiore di Molfetta, ho avuto l'opportunità di trascorrere un periodo presso Borgo Amigò, un centro di rieducazione per ragazzi affidati dal carcere minorile. Questa esperienza è stata un viaggio ricco di emozioni, riflessioni e crescita personale.
L'arrivo a Borgo Amigò è stato un momento carico di aspettative e di emozioni contrastanti. La struttura, situata in un luogo appartato e immerso nella natura, sembrava lontana da tutto ciò che conoscevo, tuttavia, ero consapevole dell'importanza di questa esperienza e del ruolo che avrei dovuto svolgere nell'aiutare questi giovani a reinserirsi nella società.
Il primo incontro con i ragazzi è stato un momento, difficile. I ragazzi, per i primi giorni non si esponevano, era uno studiarsi a vicenda. Pian piano ho potuto conoscere le loro storie, ascoltare le loro esperienze e comprendere le difficoltà che avevano affrontato. È stato sorprendente osservare la loro resilienza e la voglia di libertà. Nonostante le circostanze difficili, molti di loro mostravano una forza interiore straordinaria.
Durante il periodo di permanenza a Borgo Amigò, ho partecipato a diverse attività con i ragazzi. Abbiamo lavorato insieme in giardino e abbiamo anche condiviso momenti di riflessione e discussione. Queste attività ci hanno permesso di creare un legame speciale e di instaurare una fiducia reciproca. Ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo, sia da loro che da me stesso.
Le emozioni che ho vissuto durante questa esperienza sono difficili da esprimere a parole. C'era gioia nell'aiutare questi ragazzi a esplorare nuove possibilità, ma c'era anche tristezza nel vedere le sfide che dovevano affrontare. La compassione, l'empatia e l'accettazione sono diventate componenti fondamentali della mia interazione con loro.
Concludo con una favola dipinta, dai ragazzi, sul muro del Borgo. Speranza e Bellezza erano sorelle. Il tuo viso va verso il tramonto disse Speranza, era invidia perché Bellezza era baciata dal sole. Non vivi il presente disse Bellezza, era invidia perché Speranza era più forte dell’Orso; dopo ancora un litigio si separarono. Un piccolo uomo vide belle speranze tra i rovi, in quel punto fece costruire una casa. Poi l’uomo vide Bellezza e la riconobbe e accanto alla casa nacque un giardino. Speranza e Bellezza non si divisero più…Crebbero insieme a Borgo Amigò
Eliseo Francesco Costantino, V anno
Commento Solennità dell’ Ascensione
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