«L’antidoto contro qualsiasi forma di abuso è la formazione, abbiamo bisogno di presbiteri maturi e stabili con una chiara identità umana e spirituale».
Così ha esordito S.E.R Mons. Giovanni Intini Arcivescovo della Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni lo scorso 17 ottobre presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI in occasione del secondo appuntamento riguardante la traccia formativa «Il potere come servizio alla vita».
La piaga dell’abuso in tutte le sue forme e declinazioni non è riservata solo a specifiche figure, bensì interpella ogni individuo, in modo particolare chi si trova in un contesto dove difettano la scarsa formazione e lo spirito di servizio nell’esercizio dell’autorità.
Uno dei punti chiave che abbiamo trattato, da cui potrebbe emergere la problematica dell’abuso, è stato il clericalismo: un modo anomalo e non evangelico di intendere il ruolo ecclesiale del presbitero. Questa “patologia del ministero”, espone i presbiteri e non solo alla prevaricazione del potere, contraddicendo l’immagine biblica della cura e dell’amore che pervade ed emerge in tutto l’Evangelo. È per questo motivo che l’Arcivescovo ha posto l’accento sull’autorità intesa come «com-passione e vicinanza verso le fragilità altrui» con un atteggiamento serio di riflessione sulle realtà che ci circondano.
In questa prospettiva è emersa l’urgenza della formazione e del discernimento umano, pastorale e spirituale, non solo nell’ambiente seminariale ma anche nella concretezza dell’esercizio ministeriale, soprattutto quando le vicende e i moti della vita si posizionano nel crogiuolo della crisi e della sofferenza.
Al termine del dibattito, facendo un’accurata riflessione sul mondo radicalmente e velocemente cambiato, si è sentita l’urgenza e il forte invito di «ricercare la perfezione spirituale e umana piuttosto del perfezionismo».
Francesco Scolozzi, III anno
«L’antidoto contro qualsiasi forma di abuso è la formazione, abbiamo bisogno di presbiteri maturi e stabili con una chiara identità umana e spirituale».
Così ha esordito S.E.R Mons. Giovanni Intini Arcivescovo della Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni lo scorso 17 ottobre presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI in occasione del secondo appuntamento riguardante la traccia formativa «Il potere come servizio alla vita».
La piaga dell’abuso in tutte le sue forme e declinazioni non è riservata solo a specifiche figure, bensì interpella ogni individuo, in modo particolare chi si trova in un contesto dove difettano la scarsa formazione e lo spirito di servizio nell’esercizio dell’autorità.
Uno dei punti chiave che abbiamo trattato, da cui potrebbe emergere la problematica dell’abuso, è stato il clericalismo: un modo anomalo e non evangelico di intendere il ruolo ecclesiale del presbitero. Questa “patologia del ministero”, espone i presbiteri e non solo alla prevaricazione del potere, contraddicendo l’immagine biblica della cura e dell’amore che pervade ed emerge in tutto l’Evangelo. È per questo motivo che l’Arcivescovo ha posto l’accento sull’autorità intesa come «com-passione e vicinanza verso le fragilità altrui» con un atteggiamento serio di riflessione sulle realtà che ci circondano.
In questa prospettiva è emersa l’urgenza della formazione e del discernimento umano, pastorale e spirituale, non solo nell’ambiente seminariale ma anche nella concretezza dell’esercizio ministeriale, soprattutto quando le vicende e i moti della vita si posizionano nel crogiuolo della crisi e della sofferenza.
Al termine del dibattito, facendo un’accurata riflessione sul mondo radicalmente e velocemente cambiato, si è sentita l’urgenza e il forte invito di «ricercare la perfezione spirituale e umana piuttosto del perfezionismo».
Francesco Scolozzi, III anno
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