L’esortazione apostolica Laudate Deum si pone in continuità con l’enciclica Laudato Si. Redatta a otto anni di distanza, essa ci invita nuovamente a riflettere sulla questione ecologica. I continui attacchi che l’uomo fa all’ecosistema rischiano di condurre la storia del nostro pianeta verso un punto di non ritorno che potrà avere effetti irreversibili particolarmente per le generazioni future.

Nella prima parte del testo, alla luce dei fenomeni mediante i quali la crisi climatica si sta esprimendo (caldo anomalo, siccità, scioglimento rapido dei ghiacciai, innalzamento della temperatura globale, aumento dei gas serra del 42 % rispetto il secolo scorso, inquinamento e surriscaldamento delle acque oceaniche), Papa Francesco critica il cosiddetto “paradigma tecnocratico”, secondo cui i beni della creazione non sono utilizzati come una risorsa al servizio dell’uomo ma come esclusiva fonte di progresso e guadagno. In alternativa a questo sguardo mercificante del mondo, il pontefice ne propone uno contemplativo, capace di farci godere il creato non da semplici spettatori ma da creature in cui la vita, l’intelligenza e la libertà dell’uomo sono inserite nella natura per arricchire il pianeta.

In questo modo la preoccupazione per la casa comune diviene attenzione verso gli scartati della società. Questo porta alla ricerca del rispetto della dignità delle persone e al rifiuto di tutte quelle pratiche che si fondano sull’ingiustizia del potere umano.

Concludendo la sua lettera, il Papa ricorda il modo in cui Gesù invitava a prendersi cura della bellezza del mondo. La vita umana senza altre creature è incomprensibile e insostenibile perciò è necessario che ognuno si converta e si impegni a realizzare processi di trasformazioni che operano dal profondo della società.  Ogni singolo uomo è invitato a prendersi cura della nostra casa per poter garantire alle generazioni future un mondo bello in cui poter lodare Dio attraverso la bellezza della creazione.