Testi della Liturgia della Parola
Sap 12,13.16-19
Sal 85
Rm 8,26-27
13,24-43
La pericope evangelica che la Chiesa ci propone nella liturgia di questa settimana, contiene molti spunti di riflessione e ci invita ancora una volta a guardare con occhi sempre nuovi alla presenza di Dio nella nostra vita. Il riferimento centrale al granello di Senapa, infatti, ci fa subito pensare a come la grandezza dell’amore di Dio, sia racchiusa in qualcosa che, secondo il metro umano, è infinitamente piccolo. Presentandoci questa immagine del Regno di Dio, il Signore ci pone ancora una volta difronte al paradosso della fede e ci dice la cura e l’attenzione a tutto quello che può sembrare piccolo e insignificante, ma alla fine diventa determinante nella nostra vita. Questo sguardo alla piccolezza, apre il nostro cuore alla riflessione sul tempo, sulla crescita, sulla pazienza nell’attesa e alla gioia dell’incontro. Tutti gli elementi presentati nelle tre parabole che questa pagina ci presenta, ci trasmettono l’dea dell’attesa, di qualcosa che inizia e che continua durante tutto il percorso della nostra vita. Riferimenti di questo tipo ci possono far riflettere di come sia importante guardare alla nostra vita di fede proprio come un percorso che inizia da qualcosa che magari ci sembra insignificante (un’esperienza, un incontro, una difficoltà iniziale, una gioia condivisa) ma che poi si sviluppa seguendo un percorso ricco ed immenso, che non avremmo mai pensato di seguire. Naturalmente è necessario curare questo percorso, starci attenti, tenendo presente che per alcuni tratti non possiamo camminare spediti ma che dobbiamo rallentare, forse anche a fermarci per sistemare le cose che non vanno o per pensare a come superare le difficoltà che si presentano lungo il percorso; in altre parole è necessario avere cura delle nostre piccolezze, delle nostre fragilità, delle nostre difficoltà e procedere con pazienza. Solo attraverso la pazienza possiamo convivere prima e separarci poi da tutte le “zizzanie” presenti nel nostro cuore e lasciare spazio al grano buono che porterà a rendere tutto noi stessi un pezzo di pane offerto sugli altari della nostra vita, dove siamo chiamati a portare la Parola e l’insegnamento di Cristo, dove siamo chiamati a superare i pregiudizi iniziali che ci portano a tagliare netto e a gettare anche quello che può diventare buono. Serve avere pazienza sull’esempio della pazienza che il Signore ha nel piantarci, nel farci crescere, nel mieterci, nel farci lievitare per diventare pane buono spezzato per le nostre sorelle e i nostri fratelli. Serve avere pazienza come quella che ha il Signore quando ci annuncia la gioia della salvezza attraverso la semplicità delle parabole e attraverso la loro spiegazione. Serve imparare ad essere pazienti, come lo è stato Gesù nella sua vita, fin sulla croce, perché se si è pazienti, si sperimenta la gioia di pienezza che viene dalla comunione, gioia che porta ad accoglierci, ad aspettarci, ad essere uniti in Cristo.
Testi della Liturgia della Parola
Sap 12,13.16-19
Sal 85
Rm 8,26-27
13,24-43
La pericope evangelica che la Chiesa ci propone nella liturgia di questa settimana, contiene molti spunti di riflessione e ci invita ancora una volta a guardare con occhi sempre nuovi alla presenza di Dio nella nostra vita. Il riferimento centrale al granello di Senapa, infatti, ci fa subito pensare a come la grandezza dell’amore di Dio, sia racchiusa in qualcosa che, secondo il metro umano, è infinitamente piccolo. Presentandoci questa immagine del Regno di Dio, il Signore ci pone ancora una volta difronte al paradosso della fede e ci dice la cura e l’attenzione a tutto quello che può sembrare piccolo e insignificante, ma alla fine diventa determinante nella nostra vita. Questo sguardo alla piccolezza, apre il nostro cuore alla riflessione sul tempo, sulla crescita, sulla pazienza nell’attesa e alla gioia dell’incontro. Tutti gli elementi presentati nelle tre parabole che questa pagina ci presenta, ci trasmettono l’dea dell’attesa, di qualcosa che inizia e che continua durante tutto il percorso della nostra vita. Riferimenti di questo tipo ci possono far riflettere di come sia importante guardare alla nostra vita di fede proprio come un percorso che inizia da qualcosa che magari ci sembra insignificante (un’esperienza, un incontro, una difficoltà iniziale, una gioia condivisa) ma che poi si sviluppa seguendo un percorso ricco ed immenso, che non avremmo mai pensato di seguire. Naturalmente è necessario curare questo percorso, starci attenti, tenendo presente che per alcuni tratti non possiamo camminare spediti ma che dobbiamo rallentare, forse anche a fermarci per sistemare le cose che non vanno o per pensare a come superare le difficoltà che si presentano lungo il percorso; in altre parole è necessario avere cura delle nostre piccolezze, delle nostre fragilità, delle nostre difficoltà e procedere con pazienza. Solo attraverso la pazienza possiamo convivere prima e separarci poi da tutte le “zizzanie” presenti nel nostro cuore e lasciare spazio al grano buono che porterà a rendere tutto noi stessi un pezzo di pane offerto sugli altari della nostra vita, dove siamo chiamati a portare la Parola e l’insegnamento di Cristo, dove siamo chiamati a superare i pregiudizi iniziali che ci portano a tagliare netto e a gettare anche quello che può diventare buono. Serve avere pazienza sull’esempio della pazienza che il Signore ha nel piantarci, nel farci crescere, nel mieterci, nel farci lievitare per diventare pane buono spezzato per le nostre sorelle e i nostri fratelli. Serve avere pazienza come quella che ha il Signore quando ci annuncia la gioia della salvezza attraverso la semplicità delle parabole e attraverso la loro spiegazione. Serve imparare ad essere pazienti, come lo è stato Gesù nella sua vita, fin sulla croce, perché se si è pazienti, si sperimenta la gioia di pienezza che viene dalla comunione, gioia che porta ad accoglierci, ad aspettarci, ad essere uniti in Cristo.
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