Sono trascorsi 10 anni da quando, il 13 marzo del 2013, venne eletto Jorge Mario Bergoglio, il primo gesuita a diventare Papa, il primo pontefice proveniente dal continente americano, il primo a chiamarsi Francesco.
Un decennio molto ricco di spunti, di sollecitazioni, di invocazioni a vivere la fede cristiana con autenticità, essenzialità, con un’apertura al dialogo con tutti, al di là della propria fede o appartenenza etnica o culturale. Un dialogo intenso con le altre confessioni cristiane con un grande slancio ecumenico, con i «fratelli maggiori» ebrei, ma anche con il mondo dell’Islam. Un magistero ricchissimo quello che papa Francesco ha donato e continua a donare alla Chiesa e al mondo, aiutando a fornire chiavi di lettura di una realtà sempre più complessa e globale, grazie alle tre encicliche Lumen fidei, Laudato sii, Fratelli tutti ma soprattutto grazie alle prospettive aperte da Evangelii gaudium. Non sono mancate le sue lacrime e i suoi moniti soprattutto davanti all’assurdità delle guerre in tutto il mondo, con particolare attenzione in quest’ultimo anno alla fratricida strage quotidiana in Ucraina. Ma anche di fronte ai tanti, troppi morti nel Mediterraneo. E ancora, l’attenzione al ruolo delle donne, in particolare nella Chiesa (con nomine inedite ai vertici ecclesiali), ai giovani (ai quali ha dedicato un Sinodo dei vescovi), alle famiglie, perno della vita di ciascuno.
Cristian Candiota II anno
Arcidiocesi di Taranto
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