Il termine Pentecoste è una parola greca che traduce il termine italiano “cinquantesimo”. Questa festa si richiama alla ricorrenza ebraica della “shavuot” in cui il popolo celebra le primizie della terra e del nuovo raccolto. Per la tradizione cristiana, invece, con questa festa conclude il tempo pasquale permettendo a ogni uomo di riscoprire la relazione vitale con il Padre e con i propri fratelli con il quale si è membri del corpo di Cristo, che è la Chiesa.
La discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste apre la vita della Chiesa alla missione, chiamando ogni credente ad annunciare il Vangelo, da oriente ad occidente, a tutte le popolazioni.
Per mezzo dello Spirito Santo, il cristiano è inserito in quella relazione tra il Padre e il Figlio, relazione di amore e di pienezza. L’uomo raggiunge la pienezza di vita entrando in relazione con Dio Trinità e a sua volta con il prossimo e il cosmo. Questa pienezza di vita illumina i passi del suo cammino e lo conduce verso la meta dell’agire di Dio: la sazietà della sua creatura.
Come si raggiunge questa meta? Rinunciando al proprio Io e facendo spazio all’altro dentro di sé, passando dal I don’t care all’ I care, facendo in modo che la dell’altro diventi la missione primaria della propria vita.
Come membra di un solo corpo, per mezzo dello Spirito Santo, apriamoci all’amore originario con il quale il Padre ci ha amati e apriamoci alla bellezza e all’unicità del fratello che ci sta a fianco: il fratello è quel luogo teologico in cui il Cristo si rende presente in mezzo a noi.
Il termine Pentecoste è una parola greca che traduce il termine italiano “cinquantesimo”. Questa festa si richiama alla ricorrenza ebraica della “shavuot” in cui il popolo celebra le primizie della terra e del nuovo raccolto. Per la tradizione cristiana, invece, con questa festa conclude il tempo pasquale permettendo a ogni uomo di riscoprire la relazione vitale con il Padre e con i propri fratelli con il quale si è membri del corpo di Cristo, che è la Chiesa.
La discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste apre la vita della Chiesa alla missione, chiamando ogni credente ad annunciare il Vangelo, da oriente ad occidente, a tutte le popolazioni.
Per mezzo dello Spirito Santo, il cristiano è inserito in quella relazione tra il Padre e il Figlio, relazione di amore e di pienezza. L’uomo raggiunge la pienezza di vita entrando in relazione con Dio Trinità e a sua volta con il prossimo e il cosmo. Questa pienezza di vita illumina i passi del suo cammino e lo conduce verso la meta dell’agire di Dio: la sazietà della sua creatura.
Come si raggiunge questa meta? Rinunciando al proprio Io e facendo spazio all’altro dentro di sé, passando dal I don’t care all’ I care, facendo in modo che la dell’altro diventi la missione primaria della propria vita.
Come membra di un solo corpo, per mezzo dello Spirito Santo, apriamoci all’amore originario con il quale il Padre ci ha amati e apriamoci alla bellezza e all’unicità del fratello che ci sta a fianco: il fratello è quel luogo teologico in cui il Cristo si rende presente in mezzo a noi.
Pietro Di Bari, III anno
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