Un invito e un dono ci vengono consegnati dalla Parola della VI Domenica di Pasqua.
«Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
A prima vista, l’invito contenuto in questa Parola può apparire insolito, forse perfino enigmatico, anche per noi credenti, spesso immersi nel frastuono e nelle distrazioni. In realtà, è un dono straordinariamente attuale ed essenziale.
Non si tratta di un semplice richiamo nostalgico al passato, come se fossimo invitati soltanto a ricordare un insegnamento antico, è un’esortazione a vivere il presente in pienezza, nella fiducia che Dio è con noi, qui e ora. Il Signore non ci lascia soli: ci dona il suo Spirito, affinché possiamo comprendere, ricordare e incarnare il Vangelo nella nostra quotidianità.
Il compito che ci è affidato è tanto semplice quanto decisivo: fare spazio allo Spirito nella nostra vita concreta, nelle relazioni che viviamo, nei pensieri che coltiviamo, nelle scelte che compiamo. Lo Spirito non cerca gesti eclatanti, né pretende opere straordinarie. Non desidera palcoscenici, ma cuori docili, vite aperte, mani pronte ad accogliere e ad agire con amore. Anche solo un momento di silenzio vero, una preghiera sincera sussurrata nel cuore della giornata, può diventare il luogo in cui lo Spirito ci istruisce, ci consola, ci orienta.
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi».
In questo tempo lacerato da guerre, divisioni, tensioni globali e familiari, la parola di Gesù risuona con forza profetica. La pace è un dono di Dio che va custodito con grande cura, come tutti i doni preziosi: non si fa la pace a suon di slogan, né sventolando ora questa, ora quella bandiera. In un tempo segnato da guerre, divisioni, tensioni globali e familiari, questa Parola ci scuote nel profondo.
La pace di cui parla Gesù è una presenza. La pace è Lui stesso: è Cristo risorto che viene ad abitare in noi. Quando il Signore dimora nel cuore, anche noi, pur nella nostra fragilità, diventiamo strumenti della sua pace. Non perfetti, ma autentici. Non immuni dalle difficoltà, ma capaci di affrontarle con uno sguardo rinnovato. La pace che viene da Cristo ci rende capaci di amare anche quando non siamo ricambiati, di rimanere fedeli anche quando il cammino si fa faticoso, di guardare con speranza anche quando tutto sembra perduto.
Solo così, vivendo con verità e lasciandoci guidare dallo Spirito, potremo essere –nel nostro piccolo– testimoni di un amore che trasforma il mondo. Non saremo noi a risolvere ogni cosa, ma potremo essere portatori di speranza, seminatori di luce.
Michele Sarcina, III anno